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Immagine del redattoreTiziana Di Molfetta

Non una tipica recensione

La mia non è una tipica recensione. È più una riflessione. Ho letto «Ho ancora gli occhi da cerbiatto» (CSA Editrice) e vi dico cosa penso.


Quando la scrittura diventa strumento di autentica catarsi e libera l’anima dall’inutile fardello delle incrostazioni terrene, essa raggiunge le sue espressioni più sublimi. A maggior ragione quando a renderlo possibile è una penna così sincera e cristallina come quella di Salvatore Claudio.


La vita non va raccontata mentendo, omettendo o edulcorandone i tratti più bui. La vita vera va narrata per quel che è. Perché la farsa delle apparenze e il metro dell’approvazione altrui per sentirsi legittimati a vivere la propria in questo mondo, per quello che si è veramente, sono un’inutile messa in scena per distrarci dalla dura realtà del nostro essere mortali. E dimenticando questo, lasciamo che gli altri dettino i canoni del nostro vivere, spesso giungendo sino a rinnegare il nostro vero io pur di conformarci.


Rinnegare noi stessi e nel frattempo lasciarci scivolare via la vita dalle mani. Spesso senza neanche accorgercene. Per rendersene conto, e in più persino raccontarlo, serve tanto, ma proprio tanto coraggio. E Salvatore Claudio ne ha da vendere! Ancor più se la vita è stata così difficile e amara da digerire. Ma è proprio da questo coraggio che arriva il riscatto. E, per quanto sofferta sia stata la sua storia, Salvatore Claudio ci ricorda che il riscatto può esserci, comunque e per chiunque: basta solo non mollare mai, avere coraggio e, nonostante tutto, continuare a sperare.


Lettura veramente consigliata a tutti!

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